La Milano Fashion Week “Non vuole mica la luna”
Dopo questa Milano Fashion Week è chiaro come la scena della moda italiana viaggia su una linea ben precisa, ogni maison con la propria filosofia, ma le voci fuori dal coro non sono grida dirompenti, bensì mani timidamente alzate.
Il messaggio che passa sempre di più è che la moda sia una forma di espressione alla portata di chiunque si senta ispirato e sappia sognare. Davvero chiunque, Sunnei infatti in occasione del suo decimo anniversario ha fatto sfilare persone anziane, come celebrazione del tempo che passa, senza ansie e paure ma creando una dimensione senza tempo con abiti dalle linee pulite, lontane dalla ricerca della tendenza.
Fonte: Vogue Runway
La moda diventa essa stessa più divertente: ci siamo stancati del nero. Le tinte neutre non smetteremo mai di vederle, soprattutto in brand come Max Mara dove i colori della terra sono parte della sua identità, ma questa volta i nostri occhi si sono riempiti di tinte pastello, colori vivaci e tanti lustrini. I dettagli luminosi sono alcuni dei protagonisti della sfilata di The Attico - che ha fatto ritorno sulle passerelle dopo una stagione di pausa - sdrammatizzati da volumi oversize, ma li abbiamo visti anche da Versace contornati da abiti più rilassati di ciò che ci aspettavamo e da Philipp Plein, portati con tutta l’audacia possibile.
Fonte: Vogue Runway
Vediamo ancora le frange, un trend di quest’estate che “can’t stop won’t stop”, non si ferma e non vuole fermarsi. Da Diesel in chiave street e più romantiche da Sportmax e Philosophy by Lorenzo Serafini, che non hanno deluso proponendo anche maglieria 3D.
Fonte: Vogue Runway
Prada attraverso i suoi oblò dal gusto futuristico, anche stavolta ha voluto mostrarci la sua visione della contemporaneità, fatta di algoritmi, targetizzata per ognuno di noi. Una realtà quindi non autentica, ma personale, ciascuno con la propria visione dello stesso mondo.
Fonte: Vogue Runway
Il suo inconfondibile stile ugly-chic è stato ripreso da molti, Bottega Veneta ha mostrato modelli calcare la passerella con alla mano delle buste della spesa (e non è stato l’unico), rendendolo sì ugly-chic, ma molto più chic che ugly, per una vera e propria romanticizzazione del quotidiano.
Fonte: Vogue Runway
La moda infatti punta sempre di più a vestire persone reali che vivono, escono, lavorano… e fanno la spesa. La texture prevale la forma in abiti che siano veri e che la gente può indossare. Lo stile maschile con cenni al workwear sono i benvenuti per chi vive sempre di corsa, ma ricerca anche la leggerezza, con una sensualità rilassata ed elegante, espressa da morbide trasparenze.
Fonte: Alberta Ferretti SS25 Vogue Runway
La giusta ricetta per esprimere la joie de vivre viene coronata da Gucci, con tocchi di arancione fluo e color lime qua e là. Raffinato, semplice, forse troppo, sulle note di “Non voglio mica la luna” di Fiordaliso, ed effettivamente Sabato De Sarno non voleva mica la luna.
Fonte: Vogue Runway
Squadra che vince non si cambia: sono sempre tanti gli stilisti che si rifanno alle radici della propria maison per creare le nuove collezioni, rendendo contemporaneo ciò che da sempre esiste e che da sempre piace. Valorizzare le proprie origini è qualcosa che tocca il cuore di tutti e alla Milano Fashion Week si è voluto mettere in scena questo. La trasparenza, la verità, la disinvoltura e un pizzico di spensieratezza di essere. Il nostro saper vivere, ognuno a proprio modo, la stessa autentica quotidianità.